Esattamente 10 anni fa entrava in commercio iPhone, il primo smartphone lanciato dalla mela, quello che ha cambiato tutto. Vi raccontiamo 5 aneddoti sulla sua creazione che adorerete. Il 9 gennaio 2007, allo storico Macworld, Steve Jobs lanciava con orgoglio un dispositivo che avrebbe causato prima costernazione e incredulità, poi derisione e infine terrore: il resto, compresa la fine dell’apogeo di Nokia, è storia che tutti abbiamo vissuto. La creazione di iPhone, tuttavia, ha richiesto oltre tre anni di lavoro, fallimenti, successi e sacrifici personali degli ingegneri di Cupertino. Si è andato un po’ a tentoni, seguendo diversi binari paralleli non soltanto sul tipo di telefono da adottare, ma anche sul design, e sulle funzionalità software. In un interessante documentario del WSJ, gli ex-dirigenti Apple che hanno seguito lo sviluppo di iPhone -Tony Fadell, Scott Forstall e Greg Christie- raccontano il dietro le quinte e i rischi di questa complicata gestazione. Ecco le 5 chicche più interessanti emerse nei loro monologhi.
1. Tutto ruotava attorno all’iPod
L’immagine che vedete qui sopra, è stata mostrata scherzosamente da Jobs durante l’evento di presentazione, ma dietro lo scherzo si nasconde una mezza verità. Uno dei design possibili di iPhone prevedeva la ghiera cliccabile in stile iPod, e fidatevi quando diciamo che a Cupertino hanno provato 30-40 modi a infilarla sul dispositivo. Era perfetta per scorrere gli elenchi, ma per scrivere una mail o un numero, diventava un incubo.
Nel 2005, iPod costituiva la metà del giro d’affari della mela, e aveva un design distinto dai competitor, quasi un marchio di fabbrica; tant’è che Cupertino temeva che un dispositivo come iPhone potesse cannibalizzare quelle vendite.
Alla fine però, prevalse il design alternativo: il Touch Screen risultava semplicemente imbattibile.
2. Multi Touch Gigantesco
Oggi lo diamo per scontato, ma al tempo del primo iPhone gli schermi erano tutti resistivi: occorreva una discreta pressione del dito, l’immagine sottostante si deformava lievemente e non c’era il Multi Touch. Così, Apple ha dovuto lavorare a qualcosa di completamente diverso: uno schermo capacitivo MultiTouch, capace cioè di percepire le variazioni di corrente indotte dal tocco della mano.
Il primo prototipo di schermo Multi Touch di Apple, tuttavia, era costituito da un dispositivo ampio come un tavolo da ping pong con macOS (iOS era ancora lungi dal venire), su cui veniva proiettata l’immagine. Quando Steve Jobs l’ha visto, ha detto “Questo risolverà il nostro problema.”
Peccato che allora non sapevano neppure da che parte cominciare per infilare una simile tecnologia in un display tanto piccolo: non era mai stato fatto.
3. Straordinari Straordinari
Per portare a casa il progetto Purple, i membri dell’iPhone Team hanno dovuto sorbirsi straordinari di 168 ore a settimana: in pratica stavano sempre lì.
Alcuni alla fine sono esplosi per la pressione, e hanno dato le dimissione, salvo farsi reintegrare due giorni dopo, in seguito a una bella dormita. Una volta, un’ingegnera ha sbattuto la porta del proprio ufficio con tanta forza da bloccarne la serratura: ci sono voluti 1 ora di lavoro e l’impiego di una mazza da baseball per tirarla fuori da lì.
4. Il Premio
Qual è stato il premio per aver convinto Steve Jobs della bontà del progetto Purple, si domanda retoricamente l’ex responsabile del software iPhone Greg Christie. “La nostra ricompensa per aver fatto un ottimo lavoro con la presentazione è stata di ucciderci di lavoro per i successivi due anni e mezzo.”
5. La Tastiera Migliore
Ad Apple hanno a lungo dibattuto se fosse meglio una tastiera fisica o una virtuale; e per qualche tempo la questione ha diviso gli utenti. Alla fine, ha vinto quella virtuale, per la semplice ragione che è infinitamente più flessibile, e all’occorrenza può lasciare spazio ai contenuti su schermo.
Tuttavia, non era pratica come una tastiera fisica, e a Cupertino ne erano ben coscienti. Per questo hanno messo a punto una tecnologia ingegnosa di intelligenza artificiale che cercava di prevedere la parola che l’utente stava per scrivere, e allargava di conseguenza l’area Touch delle lettere con maggiore probabilità di essere premute: ciò rendeva più difficile sbagliare tasto. Sembra una sciocchezza oggi, ma allora era un’idea innovativa, anzi no un colpo di genio.